mercoledì 4 novembre 2009
Ripresa graduale per l'economia europea in autunno
Dopo aver attraversato la crisi più profonda e lunga della sua storia, l’economia dell’UE è giunta a una svolta: gli ultimi mesi hanno infatti segnato un miglioramento della situazione economica e finanziaria, secondo le consuete previsioni economiche d’autunno della Commissione Europea.
L’esecutivo europeo ritiene che l’UE uscirà dalla crisi nella seconda metà di quest’anno, sebbene il PIL dovrebbe subire un calo di circa il 4% nel complesso per il 2009. Si attende una ripresa graduale e le previsioni del PIL sono in crescita: tre quarti di punto percentuale nel 2010 e +1,5% circa nel 2011. «La ripresa delle attività a breve termine è dovuta ai miglioramenti del contesto esterno e delle condizioni finanziarie, nonché alle significative misure di politica monetaria e di bilancio messe in atto» spiega la Commissione.
Le prospettive restano tuttavia incerte e soggette a rischi non trascurabili, ma nel complesso sembrano compensarsi secondo la Commissione: «Se le misure politiche si dimostrassero più efficaci del previsto nel risanare il settore finanziario e migliorare la fiducia, o se la domanda mondiale aumentasse ben oltre le stime, la ripresa potrebbe essere sorprendentemente più vigorosa. D’altro lato, le difficoltà del mercato del lavoro e gli ostacoli agli investimenti potrebbero avere conseguenze più pesanti del previsto. Inoltre, se non risanerà i suoi bilanci, il settore bancario potrebbe non essere in grado di fornire sostegno sufficiente alla ripresa. Anche i rischi che gravano sulle prospettive d’inflazione sembrano nel complesso compensarsi».
Le condizioni del mercato del lavoro, soprattutto, rimangono difficili: quest’anno l’occupazione diminuirà di quasi il 2,2% e nel 2010 scenderà ancora di circa l’1,2%, stabilizzandosi poi progressivamente verso la fine del 2010 e nel 2011.
Anche il disavanzo pubblico dovrebbe aumentare: quest’anno triplicherà nell’UE (raggiungendo quasi il 7% del PIL rispetto al 2,2% del 2008) e nel 2010 continuerà a salire fino a raggiungere il 7,5% circa. «Questo deterioramento deriva in parte dal funzionamento degli stabilizzatori automatici e dalle misure discrezionali adottate a sostegno dell’economia ma rispecchia anche un calo delle entrate più forte del previsto a seguito del rallentamento economico» osserva la Commissione, secondo cui il disavanzo scenderà leggermente al di sotto del 7% del PIL nel 2011, con la ripresa dell’attività e la conclusione delle misure temporanee, tuttavia il rapporto debito/PIL continuerà ad avere un andamento crescente.

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