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L'economia americana ''si e' ripresa'' dopo la peggior recessione dal 1929, ma va ancora sostenuta ed e' troppo presto per rialzare i tassi d'interesse.
Cosi' il Federal Open Market Committee, dopo aver fatto per due giorni il checkup della salute della prima economia mondiale, ha spiegato la sua decisione di mantenere i tassi invariati nella fascia compresa fra lo 0 e lo 0,25%, un minimo record. Una mossa prevista dai mercati, ai quali il 'Fomc' ha anche comunicato che manterra' il costo del denaro agli attuali livelli, ''eccezionalmente bassi'', ''per un periodo prolungato''. Un comunicato all'insegna della rassicurazione, quello della Fed, che ha fatto accelerare una borsa di New York oggi incerta fino alla decisione della banca centrale, e che sembra studiato apposta per mostrare che l'istituto di Washington e' ancora piu' che mai impegnato nel tirare l'economia fuori dalle secche della crisi.
Le condizioni dei mercati finanziari - dice l'istituto guidato da Ben Bernanke - ''sono migliorate ulteriormente'', ed e' ''aumentata'' anche l'attivita' immobiliare, vero epicentro della crisi da cui e' partita l'onda lunga dei 'subprime' che ha poi investito l'intera economia. Pero' non e' ancora il momento di stappare le bottiglie di champagne: in una comunicato che sembra riecheggiare le considerazioni della Banca centrale europea, la Fed avverte anche che ''la spesa della famiglie sembra essere in fase di stabilizzazione, ma resta limitata dalle attuali perdite di posti di lavoro'', oltre che dalla ''debole crescita dei redditi, dal minor patrimonio immobiliare, e dal credito divenuto piu' difficile'' ora che le banche devono risanare i conti. Al centro delle preoccupazioni di Bernanke, ma anche dei suoi colleghi banchieri centrali, c'e' proprio la disoccupazione, con le aziende che - dice la nota della Fed - continuano a tagliare posti di lavoro. La disoccupazione negli Usa e' quasi al 10%, in Europa siamo al 9,5%, e per l'economia a stelle strisce cio' ha un immediato impatto sui consumi, che sono il vero motore economico perche' fanno i tre quarti del prodotto interno lordo.
L'inflazione ancora esangue (il Fomc si aspetta che resti ''debole'' ancora per ''qualche tempo'') permette il lusso di mantenere i tassi ancora prossimi allo zero, e il petrolio sotto i 70 dollari dovrebbe aiutare la Fed nel suo compito. E per continuare a sostenere il mercato dei mutui, la cui tenuta e' essenziale per la tenuta del 'mattone' e, a ricaduta, dei redditi degli americani, la Fed ancora non accenna all'ipotesi di ritirare la montagna di danaro con cui ha inondato il mercato attraverso le misure di emergenza con cui garantisce e riacquista titoli che hanno per garanzia proprio i prestiti immobiliari. Resta cosi' a 1.450 miliardi di dollari l'importo massimo stanziato per il riacquisto dei 'Mortage-Backed Securities', i titoli garantiti da mutui, e dei titoli emessi dalle agenzie specializzate. Anche se ''gradualmente il Comitato rallentera' l'andamento di questi acquisti'' il cui termine slitta di tre mesi, alla fine di marzo 2010. Entro ottobre 2009 si conferma invece la scadenza per il riacquisto dei titoli di Stato americani (i treasuries) per sostenere i quali la Fed ha stanziato 300 miliardi di dollari.

Fonte: Ansa.it